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“La caduta di Gondolin”, il primo vero racconto della Terra di Mezzo

La caduta di Gondolin, edito da Bompiani, libro fondamentale di John R. R. Tolkien, da lui stesso definito il primo vero racconto che prelude alla famosa saga di Hobbit e Compagnie dell’anello, ci aspetta sugli scaffali delle librerie per raccontarci, ancora una volta, col pretesto del fantasy, un reale appena nascosto dal velo dell’immaginario

di Mimmo Cacciola

La caduta di Gondolin di John R.R.Tolkien si riaffaccia nelle librerie edita da Bompiani (Editore Bompiani, Collana Narrativa straniera, Traduttore Luca Manini, Simone Buttazzi, Curatore Christopher Tolkien, Illustratore Alan Lee, Pagine 320, € 22,00) per il divertimento e lo spavento di tutti: grandi e piccini.

Il racconto di una misteriosa, splendida città distrutta da forze oscure, che Tolkien stesso ha definito «il primo vero racconto di questo mondo immaginario». Gondobar sono chiamata e Gondothlimbar, la Città di Pietra e la Città degli Abitanti nella Pietra; Gondolin la Pietra del Canto e Gwarestrin sono chiamata, la Torre di Guardia, Gar Thurion o il Luogo Segreto, poiché celata io sono agli occhi di Melko; ma quanti davvero mi amano, e molto, mi chiamano Loth, poiché io sono come un fiore, e anche Lothengriol, il fiore che sboccia sulla pianura. Gondolin è una città meravigliosa, con strade lastricate di pietra, rigogliosi giardini e alte torri di marmo bianco. Tanta bellezza però è celata: in pochi sanno dove si trova perché la sua esistenza è minacciata da Morgoth, Demone dell’Ombra. A proteggere gli Elfi di Valinor che abitano la città c’è Ulmo, Signore delle Acque, che invia Tuor, eroe suo malgrado, da re Turgon per metterlo in guardia. A Gondolin Tuor cresce, sposa Idril, figlia del re, e dalla loro unione nasce Eärendel, padre di Elrond di Gran Burrone. Purtroppo però le forze del Male riescono a far breccia nel segreto della città elfica e la sottopongono a un epico assedio: Morgoth scatena un immane esercito di orchi, draghi e Balgor che non lascia scampo. Lo stesso Tolkien ha definito La caduta di Gondolin «il primo vero racconto di questo mondo immaginario» e insieme a Beren e Lúthien e a I figli di Húrin è considerata uno dei tre Grandi Racconti e dei Tempi Remoti”.

Quanto suonano profetiche queste parole in questi giorni di assedio e guerra. Questo dimostra come i grandi poeti, i grandi scrittori sono anche grandi visionari e profeti, il cui animo vola sopra le nostre teste ed oltrepassa spazio e tempo per dirci cose che non possiamo vedere né sentire. E per metterci in guardia, anche dai noi stessi

Probabilmente senza questo libro non ci sarebbero stati né gli Hobbit né gli eroi ed i demoni della Compagnia dell’Anello e forse Tolkien non sarebbe stato Tolkien. Oggi noi tutti lo leggiamo come lo fecero le generazioni passate e sappiamo per certo che lo leggeranno ancora per molto tempo le generazioni che verranno. Tutti ne abbiamo tratto godimento ed insegnamento. E tanto basta.

John R. R. Tolkien è stato un famosissimo scrittore inglese. Autore di notevoli opere filologiche sulle leggende medievali sassoni e celtiche, docente di lingua e letteratura inglesi a Oxford (1925-1959), ha scritto alcuni famosi romanzi ispirati a motivi della letteratura fantastica medievale: Lo Hobbit (1937) e la trilogia de Il signore degli anelli (1954-55). Il successo di questi romanzi, che nel loro insieme costituiscono un’unica saga, è stato tale da costituire un fenomeno socioculturale molto importante. Tolkien è riuscito, nonostante la complessità degli intrecci, a creare una mirabile fusione tra motivi apparentemente disparati che, in realtà, interpretano sia le inquietudini, sia i sogni del nostro tempo. Se da un lato lo scrittore costruisce con deliziosa e ricca inventiva un racconto di pura evasione, dall’altro evidenzia nel comportamento dei protagonisti non i lati erotici e cavallereschi, ma virtù quotidiane, quali il buonsenso, la perseveranza, la pazienza.

J. R. R. Tolkien
La caduta di Gondolin
Bompiani, 2018

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