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“Le ossa parlano”: il ritorno di Rocco Schiavone

Antonio Manzini, pubblica con Sellerio Le ossa parlano, ultimo capitolo della saga poliziesca dedicata al poliziotto romano esiliato ad Aosta, campione di pessimismo ed eroe della fortunatissima serie tv con Marco Giallini. Questa volta il caso è davvero scottante: si tratta di un bambino seviziato ed ucciso sei anni prima

di Mimmo Cacciola

Rocco Schiavone, il poliziotto romano cialtrone, irregolare e mezzo delinquente, ritorna in libreria. Ce lo manda il suo creatore, lo sceneggiatore ed attore Antonio Manzini marcandolo con i tipi di Sellerio e dandogli un titolo che è già tutto un programma: Le ossa parlano (Editore Sellerio Palermo, Collana La memoria, pagg.416 p.€ 15.00). Una bella rottura per Schiavone, una di quelle che il nostro catalogherebbe di un livello 9 se non addirittura 10.

Ne Le ossa parlano, Antonio Manzini – leggiamo nelle note editoriali – procede di un altro capitolo nel grande romanzo del suo personaggio: Rocco Schiavone. Un romanzo unico composto da più gialli intricati che esplorano le complessità della natura umana. Un medico in pensione scopre nel bosco delle ossa umane. È il cadavere di un bambino. Michela Gambino della scientifica di Aosta, nel privato tanto fantasiosamente paranoica da far sentire Rocco Schiavone spesso e volentieri in un reparto psichiatrico, ma straordinariamente competente, riesce a determinare i principali dettagli: circa dieci anni, morte per strangolamento, probabile violenza”.

Rocco Schiavone, che sappiamo avere anche un cuore da qualche parte sotto a quella corazza di pelo e cattiveria spesso gratuita che si è costruito dopo l’assassinio della moglie, si getta anima e corpo in questo cold case all’italiana. È determinato a trovare il responsabile e dare pace e giustizia alla povera madre.

L’esame dei reperti, – spiegano più avanti da Sellerio – un’indagine complessa e piena di ostacoli, permette infine di arrivare a un nome e a una data: Mirko, scomparso sei anni prima. La madre, una donna sola, non si era mai rassegnata. L’ultima volta era stato visto seduto su un muretto, vicino alla scuola dopo le lezioni, in attesa apparentemente di qualcuno. Un cold case per il vicequestore Schiavone, che lo prende non come la solita rottura di decimo livello, ma con dolente compassione, e con il disgusto di dover avere a che fare con i codici segreti di un mondo disumano. Un’indagine che lo costringe alla logica, a un procedere sistematico, a decifrare messaggi e indizi provenienti da ambienti sotterra-nei. E a collaborare strettamente con i colleghi e i sottoposti, dei quali conosce sempre più da vicino le vite private: gli amori spericolati di Antonio, il naufragio di Italo, le recenti sistemazioni senti-mentali di Casella e di Deruta, persino l’inattesa sensibilità di D’Intino, le fissazioni in fondo comiche dei due del laboratorio. Lo circondano gli echi del passato di cui il fantasma di Marina, la moglie uccisa, è il palpitante commento. Si accorge sempre più di essere inadeguato ad altri amori. È come se la solitudine stesse diventando l’esigente compagna di cui non si può fare a meno. Questa è l’indagine forse più crudele di Rocco Schiavone. La solitudine del bambino vittima è totale, perenne, metafisica, e aleggia sulle affaccendate vicende di tutti quanti i personaggi facendoli sentire del tutto futili a Rocco, confermandolo nel suo radicato pessimismo”.

Uno sforzo quasi immane per il pigro poliziotto il cui unico piacere, oltre al cibo ed agli amici romani lontani, sono quelle cannette che a turno colleghi e superiori gli interrompono di continuo, ma che compie di buon grado quando si tratta di sterminare uomini e posti coi quali è costretto ad averci a che fare. Rocco Schiavone è un po’ tutti noi, in quella parte oscura del bene che celiamo e che, ossimoro a parte, ci rende, come lui del resto, oltre che fallibili, profondamente umani. Ed allora oltre che leggerlo possiamo dire. senza timore di venir smentiti. che non vediamo l’ora di vederlo anche in tv.

Antonio Manzini, classe 1964, romano è attore e sceneggiatore, (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014). Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio). Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), L’ anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ogni riferimento è puramente casuale (2019), Gli ultimi giorni di quiete (2020), Vecchie conoscenze (2021) e Le ossa parlano (2022).

Antonio Manzini
Le ossa parlano
Sellerio Editore Palermo, 2022

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