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“Le Dimore di Dio”: spasmodica ricerca dell’eterno che si avvicini all’uomo

Letture disobbedienti, di Maurizio Donsanti

“Le Dimore di Dio” racconta non solo delle moltissime case che l’uomo ha costruito in onore di Dio, ma anche della incrollabile perseveranza con cui l’ha fatto nei tempi. Perché tutti gli uomini e le donne, in ogni tempo, in ogni lembo di terra, in ogni forma, hanno ripetuto questo rito, costruendo templi, chiese, sinagoghe, moschee.

Lo hanno fatto con la incrollabile speranza di incontrare Dio. Dalla più lontana antichità, il suo silenzio rumoroso ha parlato all’uomo in infiniti modi. Lo abbiamo incontrato nei misteri dell’universo e nell’incanto della natura tutte le volte che abbiamo visto una luce e sentito scuotere la nostra anima dalla carezza del suo mistero.

“Le Dimore di Dio” narra con una meravigliosa e sapiente suggestione, come Dio si sia rivelato nelle opere dell’uomo, attraverso un’architettura che ha attraversato il tempo, in una ricerca spasmodica dell’eterno che si avvicinasse all’uomo.

I templi esistono da molto tempo. Mosè aveva un tabernacolo, Salomone ha costruito un tempio bellissimo e Gesù ha insegnato nel tempio a Gerusalemme, ma la vera casa di Dio siamo noi e aspetta a noi andare a cercarlo.

“Dov’è Dio?”. Forse dovremmo rimandare la domanda al mittente, costringendoci a guardarci allo specchio e a prenderci le nostre responsabilità chiedendo invece all’essere umano “voi dove siete?”.

L’Uomo si è “liberato” da Dio da tanto tempo, ma questa libertà, questo vuoto sono stati riempiti da appagamenti senza sostanza e senza valore. Lo smarrimento del naufrago senza rotta.

Chiediamoci dunque dove siamo noi prima di chiederci dove sia Dio.

Buona lettura

Maurizio Donsanti

Franco Cardini
Le dimore di Dio. Dove abita l’eterno.
Il Mulino, 2021

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