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“La maledizione della vedova”. C’era una volta l’Irlanda del folklore

In un’Irlanda in cui da poco è stata approvata la legge sul divorzio e in cui solo da tre anni l’omosessualità non è più reato, il 1996 viene ricordato come l’anno dei Macellatori, squadre di uomini che, a causa dell’epidemia di mucca pazza, girano per i verdi pascoli del paese ad abbattere il bestiame infetto, guidati da Eoin Goldsmith, un magnate dell’industria della carne, detto il Toro, dominus di tutti i traffici illeciti per ottenere gli indennizzi dello Stato. Secondo un’antica credenza popolare, infatti, le bestie impazzite sono colpa della maledizione di una vedova di tanti secoli prima…

E’ questa l’ambientazione de “La maledizione della vedova” di Ruth Gilligan, un romanzo potente e selvaggio che racconta il 1996 di Úna, una ragazza irlandese che come ogni anni si prepara con sua madre Grá a salutare il padre in partenza per un lungo viaggio insieme ad altri sette uomini, i Macellatori, appunto. Il gruppo girerà per undici mesi tra le fattorie del Paese per macellare il bestiame secondo un preciso rituale, scongiurando l’’antica maledizione. La storia delle due donne corre parallela a quella di Davey, giovane studente con sogni di evasione, e quella dei suoi genitori, finendo per incrociarle in modo insospettabile. In un’Irlanda scossa dal morbo della mucca pazza, dagli eterni disordini al confine e dalle leggi sul divorzio che la proiettano verso l’era moderna, i Macellatori sono ormai uno stanco retaggio del passato folclorico, sempre più visti con diffidenza, addirittura tacciati delle peggiori violenze. E così, quando il cadavere di uno di loro viene trovato appeso a un gancio da macello, il gruppo decide di interrompere l’attività. Il sogno di Úna di seguire le orme del padre sembra infrangersi…

O forse no. Ventidue anni dopo, il fotografo Ronan, spettatore dei fatti accecato da una presunta missione artistica, espone l’orribile foto del Macellatore in una mostra a New York, riaprendo un caso inquietante, fino a gettare luce una volta per tutte sulle oscure vicende. In una narrazione che si muove agile tra frequenti cambi di prospettiva e ambientazione, il romanzo procede come un thriller, avvincente e toccante, con voluti depistaggi e sapienti colpi di scena che emergono all’improvviso nella tranquillità della vita quotidiana.

Ruth Gilligan
La maledizione della vedova
Brioschi, 2021

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