In un’intervista avvincente, la scrittrice, antifascista e femminista Valentina Mira condivide il cuore e l’anima del suo lavoro, illuminando il terreno fertile in cui il suo impegno prende radice. Il suo libro, “Dalla stessa parte mi troverai”, non solo sfida il status quo, ma getta una luce acuta su un passato inquietante che continua a gettare ombre sul presente.
Mira, giovane autrice nata nel 1991, si definisce con tre parole cariche di significato: scrittrice, antifascista e femminista. Questa triade non è solo una descrizione di sé stessa, ma è anche un invito a esplorare le profondità del suo lavoro e del suo impegno sociale.
“Sono nata il 25 aprile ma non credo mica di essere una predestinata (ride, ndr). Da piccola ero presa in giro per questa coincidenza: in un quartiere fascista non era un vanto essere nata il giorno della Liberazione. Ora invece mi rende contenta festeggiare in piazza.”
La sua infanzia nel quartiere Appio Latino, pur caratterizzata dalla presenza palpabile del Movimento Sociale Italiano, non le ha impedito di coltivare un forte senso di antifascismo. Al contrario, ha trovato ispirazione nel coraggio degli antifascisti che hanno sfidato le convenzioni e le minacce nel nome della libertà e della giustizia.
“In realtà, anche se è il quartiere dove si trova via Acca Larentia, sede della sezione del Movimento Sociale Italiano, e nonostante l’altra sede storica, quella di piazza Tuscolo, l’Appio Latino ha un passato da quartiere popolare e l’antifascismo un poco lo attraversa.”
Il libro di Mira trae ispirazione da un incontro significativo con Rossella Scarponi, una figura coraggiosa e antifascista che ha vissuto personalmente le conseguenze devastanti degli eventi legati ad Acca Larentia. La storia di Scarponi, moglie di Mario Scrocca, un militante antifascista che è stato ingiustamente accusato e trovato morto in circostanze misteriose, è il fulcro intorno al quale ruota il racconto di Mira.
“Il senso di ingiustizia, per non far scomparire nell’oblio un fatto storico dell’Italia contemporanea. Nessuno racconta questa storia, nessuno la conosce.”
Mira non teme di affrontare le sfide e le critiche che accompagnano la pubblicazione del suo libro. Con fermezza, afferma che non si può dialogare con i fascisti, rifiutando di dare credito a un’ideologia che minaccia i valori fondamentali della democrazia e della dignità umana.
Leggi anche: Sotto il velo dell’acqua: la vita e la morte in “Chi dice e chi tace” di Chiara Valerio
“Ho imparato, con il tempo, che non si parla con i fascisti.”
Attraverso la sua voce audace e la sua narrazione incisiva, Valentina Mira illumina le ombre del passato per svelare le verità nascoste del presente. Il suo libro è un richiamo alla consapevolezza e all’azione, un invito a non dimenticare e a non tacere di fronte all’ingiustizia e all’oppressione.
In un momento in cui le forze dell’oscurità cercano di offuscare la verità, la voce di Valentina Mira risuona come un faro di speranza e di resistenza. La sua testimonianza ci ricorda che, anche nelle tenebre più fitte, c’è sempre spazio per la luce della verità e della giustizia.