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L’esperienza dell’essere: rinascere in una Metamorfosi continua

Esce, in questi giorni, il bel saggio di Emanuele Coccia dal titolo Metamorfosi edito per i tipi di Einaudi e che pone l’accento attraverso studi di antropologia, psicologia, sociologia e teologia sull’esistere e sul divenire come sintesi di un processo già vissuto ed in continua trasformazione

di Mimmo Cacciola

Emanuele Coccia filosofo raffinato si interroga con questo bel saggio dal titolo Metamorfosi (Editore Einaudi, Collana Stile libero extra, Traduttore Simona Mambrini, Pagine 208, €17,00) su alcuni importanti temi sempre attuali e mai del tutto chiariti. Egli sostiene che essendo tutto metamorfosi noi umani siamo “condannati” a rivivere un “già vissuto” in qualche modo inscritto nel DND. A sostegno della sua teoria prende in prestito studi dalle branche della psicologia, della antropologia, della teologia, della sociologia.

Tutto è metamorfosi – si legge nel risvolto di copertina – e di questo facciamo esperienza fin dalla nascita, perché nascere significa ereditare una vita che ha già vissuto – il suo Dna, il suo respiro, la sua carne, i suoi atomi – e sforzarsi di darle un altro volto. È ciò che accade a tutte le specie attraverso l’evoluzione: ciascuna è la metamorfosi di una forma che ha già vissuto e che si prolunga nella diversità dell’altra. Questa continuità lega tutti i viventi tra di loro e con la Terra, l’immenso bruco da cui si liberano, a ogni istante, le farfalle delle specie. Filosofo italiano tra i più noti e stimati a livello internazionale, Emanuele Coccia ha fatto di questo libro brillante e originale, tradotto già in diverse lingue, la metamorfosi dei saperi più diversi: dalla zoologia alla filosofia, dalla biologia alla linguistica, dalla botanica alla letteratura. Ne risulta una visione in cui l’essere umano stesso è uno zoo ambulante, frutto ed espressione di una forma di vita più vasta e interconnessa”.

Pertanto, questo essere in continuo divenire ambulante, egli stesso zoo in evoluzione intimamente connesso con la natura e le piante e gli animali (anche se non sempre in armonia con questi) vive la sua metamorfosi in un continuo disequilibrio che tuttavia lo pone in una centralità verso la quale dobbiamo riflettere.

Leggiamo dal testo: «La vita non è che un’unità cosmica che stringe la materia della Terra in un’intimità carnale. Siamo tutti carne della stessa carne, indifferentemente dalla specie cui apparteniamo». Un saggio dirompente, che ribalta in modo radicale la nostra idea di cambiamento. E giustamente sottolinea Alessandro Baricco che scrive:

«Il materiale che Emanuele Coccia usa viene da antropologi, psicologi, sociologi, teologi. E questa forma di arroganza intellettuale, io la ammiro», mentre gli fa eco Peter Wohlleben che, invece, dice: «Emanuele Coccia definisce una nuova relazione tra umanità e natura. Un’indagine affascinante e necessaria, che ci apre gli occhi sul mondo intorno a noi»

Emanuele Coccia, classe 1976, è un filosofo italiano. Nel 2011, ha iniziato a insegnare all’ École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS, Parigi). È editorialista di Libération, collabora con Le Monde e la Repubblica. Tra le sue pubblicazioni: La vita sensibile (Il Mulino, 2011), Il bene nelle cose (Il Mulino, 2014), La vita delle piante. Una metafisica della mescolanza (Il Mulino, 2018), Filosofia della casa. Lo spazio domestico e la felicità (Einaudi, 2021).

Emanuele Coccia
Metamorfosi. Siamo un’unica, sola vita
Einaudi, 2022

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