in

“Riaffiorano le terre inabissate”: viaggio nello spazio interiore

Un viaggio nello spazio interiore. Questo è “Riaffiorano le terre inabissate” (edizioni Atlantide) di Michael John Harrison, 76 anni, scrittore britannico conosciuto con lo pseudonimo M. John. Vincitore del Goldsmiths Prize 2020 e migliore libro inglese dell’anno per il New Statesman, “Riaffiorano le terre inabissate” è considerato il capolavoro di uno dei maggiori e più originali scrittori inglesi contemporanei.

L’ambientazione è nell’Inghilterra post brexit, dove, Shaw alla soglia dei 50 anni, fa i conti con i suoi crolli nervosi e incontra Victoria, che ha appena perso la madre. Ma l’estraniamento dell’uomo rispetto a un mondo che fugge e che va avanti anche se lui resta fermo, rischia di far sì che anche la donna gli scivoli via dalle mani. Sullo sfondo la pioggia, il Tamigi e la decadenza di evocazione quasi gotica dell’area sud-ovest di Londra.

La narrazione di Harrison procede per salti brevi e tempo interiore, svelando l’inconsistenza di essere se stessi e la fallibilità umana che però il protagonista, emblema del genere umano, si ostina a non accettare.

Harrison mostra in “Riaffiorano le terre inabissate” la sua grande capacità di essere scrittore dialogico, bravo a far riaffiorare i ricordi attraverso scambi, pensieri, passioni, sentimenti, in una costante critica al tardo capitalismo della contemporaneità, dove i giorni sono sempre più vuoti, scandito da ritmi automatici soprattutto in questa era pandemica.

Harrison M. John
Riaffiorano le terre inabissate
Casa Editrice: Atlantide
Pagine: 272
Euro 24

Massimo Recalcati debutta con il suo primo testo teatrale: “Amen”

La voce di Pier Paolo, così Pasolini riprende vita e si racconta