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Come la natura cura la mente, alla scoperta di un legame profondo

Di Marianna Scibetta

Una recente lettura del libro “Anima e foglie” di Elena Cornacchione, psicologa e psicoterapeuta, edito Youcanprint, è sin dalle prime pagine un libro-mondo di grande respiro. In genere definisco libro-mondo quei testi che aprono dimensioni dove luce, vento, brume, atmosfere, e persino sassi e ombre boschive appaiono e si materializzano, sublimando il momento della lettura.

Ma un libro-mondo è anche una dimensione interiore che si interfaccia alla nostra interiorità di lettori, in una combinazione di intervalli temporali tra il vivere e il leggere, la stessa combinazione di pause temporali che ci accade di attraversare con l’estraniamento di noi stessi nella natura.

L’essere umano è intimamente connesso alla natura, non ci sarebbe vita senza la natura, senza quel rapporto di dipendenza per il quale l’uomo respira e si nutre, così è per tutti gli elementi viventi del regno animale e vegetale. Il funzionamento stesso del nostro organismo è direttamente connesso al sistema naturale, i nostri sensi, i nostri bisogni primari, la nostra evoluzione è legata ad un unico destino di filogenesi ed ontogenesi, un intreccio che si annoda nel DNA.

Il titolo del libro ” Anima e foglie” è appropriato perché di questo si tratta, di un percorso tra la “luce verde” della Natura che è anima del mondo, lo stesso mondo che ci culla, ci nutre, ci accoglie, ci sostiene e l’anima dell’uomo che ne reclama la vicinanza, l’appartenenza, che si allontana per poi tornare alla sua ricerca.

La poetessa antropologa, candidata al premio Nobel per la Letteratura ed attivista brasiliana, Marcia Theophilo, nella sua incessante lotta per la difesa della Foresta Amazzonica invoca lo spirito della foresta dove “esistono più occhi che pietre” e dove i cuori degli animali, tutti gli animali “si accendono luminosi/ scompaiono i corpi/ e tante luci vagano nel bosco, quante le stelle nel cielo/ è la notte dell’armonia…”.

È proprio l’armonia che risalta nella ricerca di Elena Cornacchione, una ricerca che va guidata laddove non si è pronti a capirne l’essenza, perché la natura contiene tutti gli accordi necessari a trovare quelle vibrazioni e quelle armoniche risonanze per le nostre corde interiori, le corde di uno strumento meraviglioso e sofisticato che è il nostro essere.

Nelle foglie si coglie tutta la metafora della nostra esistenza terrena: come le foglie siamo attaccati ad un ramo, come le foglie germogliamo, mutiamo colore, assorbiamo nutrimento dalla pianta, ci pieghiamo al vento e ci stacchiamo.

Marco Tullio Cicerone aveva intuito già prima di noi che coloro i quali avessero posseduto una biblioteca e un giardino, avrebbero avuto, in realtà, tutto ciò che sarebbe servito loro nell’arco di una vita.

Se noi riuscissimo ad immaginare come sia stato il nostro pianeta per i primi “abitatori pensanti” potremmo realmente capire che la Natura stessa è già “libro e giardino”, un libro-mondo dalle pagine infinitamente grandi dove paesaggi e zone climatiche, boschi, deserti, mari e oceani tessono le trame di tutte le esistenze degli esseri che si muovono e sono in essa.

 L’uomo agendo da “pensante” è colui che separa il libro dalla Natura, il pensiero dall’istinto.

L’essere umano ha preso coscienza dell’Esistere, appropriandosi di quella capacità creatrice che lo ha reso artefice, attraverso la tecnologia e l’arte, di un delirio da demiurgo spesso distruttivo della sola armonia naturale di cui abbisogna.

Anima e foglie avvicina due estremi, le rive opposte di un fiume che divide il corpo dallo spirito, il mondo caotico delle attività umane dall’armonia primordiale della natura, l’alienazione quotidiana dal respiro cosmico ed universale che riporta ad un ordine ancestrale benefico e salvifico.

Elena Cornacchione unisce la sua esperienza di psico-terapeuta alle sue passioni di naturalista ed artista e dipinge sulla grande tela delle relazioni personali ed interpersonali tutte le possibili immagini, sensazioni, emozioni che, passeggiando lentamente nella Natura si palesano e riemergono non solo allo sguardo reale posato sulle cose, sul paesaggio, ma anche all’immaginario. L’autrice, in realtà, non finisce il disegno, lo tratteggia, ne indica i contesti, ma non in maniera direttiva, semplicemente si incammina con il lettore così come fa col paziente e lo conduce sullo scorcio da rappresentare sulla tela. Si ode quasi la sua voce narrante mentre si procede tra i paragrafi e si avverte la sua spiccata capacità di “ascolto”, perché anche se procede con una vivace e incalzante analisi delle situazioni descritte, va conducendo il lettore proprio dove egli desidera andare.

 Il suo “ascolto-intuito” sa dove la nostra anima vuole addentrarsi se in un sentiero nel bosco, in un giardino inglese o in un giardino all’italiana con le siepi scolpite, se sul filo dell’acqua di un lago o davanti al mare aperto. Non è mai invasiva la sua presenza, ma laddove si fa più effimera si avverte la necessità di andarla a cercare come la Sheherazade di fiabesca memoria.

Anima e foglie è anche un libro che spinge a rendersi conto del grande potenziale curativo della Natura, suggerisce percorsi ed indica tecniche ben precise che  i non esperti ignorano con riferimenti precisi a studi e sperimentazioni come il National Health Service scozzese che scandisce ritmi e programma vere e proprie prescrizioni curative : le Nature Prescriptions” con indicazioni attinenti percorsi immersivi nella flora e negli ambienti attraverso la vicinanza, l’osservazione della fauna, tutto ciò per alleviare dolori e malesseri psico-somatici, reagire agli stati umorali depressivi, al senso di solitudine, all’ansia, allo stress. Viene fornita anche un’interessante presentazione della Forest Therapy, una pratica salutogenica che invita all’apertura dei propri sensi alla foresta attraverso “una attenzione senza sforzo” che migliora le capacità propriocettive, fa aumentare la consapevolezza del sé prima di renderci capaci di relazionarci agli altri e permetterci l’apertura alla dimensione empatica.

Anche la consapevolezza dell’essere presenti e partecipi in un contesto va appresa, riappresa, esperita ed imparata a tutti i livelli, attraverso tutti i sensi e le capacità che ci provengono dalla sinestesia.

Non amo meno gli uomini, ma più la natura /e in questi miei colloqui con lei io mi libero/ da tutto quello che sono e da quello che ero prima, / per confondermi con l’universo…” così Lord Byron spiega attraverso i suoi sublimi versi il bisogno di immergersi e reimmergersi nella natura, preso dall’incanto che vi è nei boschi.

Leggendo Anima e foglie mi è venuto alla memoria il testo della Lettera del capo indiano Seathl al Presidente americano Franklin Pearce, quando questi propose ai pellerossa di vendergli tutte le terre tranne una porzione, una riserva dove avrebbero potuto vivere separati da tutto il resto. Il grande capo Seathl detta una lettera di risposta meravigliosa per il Presidente americano che testimonia l’enorme lungimiranza degli Indiani, dei cosiddetti “primitivi”, degli aborigeni che pur senza istruzione, senza libri scritti, senza lo studio sistematizzato dei Saperi, senza alcun mezzo tecnologico avanzato già due secoli fa, e ancora prima, avevano compreso tutto e avevano “scritto” una filosofia di vita degna dei massimi pensatori di tutti i tempi, anzi in maniera più spiccata avevano colto l’ Essenza del vivere in stretto sodalizio con la Natura, la madre di tutte le madri.

Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo, ogni ago scintillante di pino, ogni radura, ogni velo di nebbia in mezzo ai boschi oscuri, ogni goccia di rugiada, sono sacri alla memoria del mio popolo. La linfa che scorre negli alberi porta la memoria del mio popolo…voi dovrete ricordare ed insegnare ai vostri figli che essa è sacra…Tutto ciò che è buono proviene dalla terra…qualunque cosa viene fatta alla terra, la stessa cosa accade ai figli della terra…Tutte le cose sono collegate tra di loro…”

Si potrebbero fare mille citazioni, attingendo da questo volume poiché nelle armoniche pagine si trovano menzioni colte e puntuali, degne della letteratura più qualificata. Non solo rispetto all’informazione scientifica psicologica, ma anche e soprattutto nei riguardi della Natura così profondamente amata e rispettata da farne contesto integratore nei suoi percorsi personali e professionali. 

Elena Cornacchione
Anima e foglie
Youcanprint

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