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L’Afghanistan di ieri e di oggi nei romanzi di Khaled Hosseini

Di Eleonora Celestini

L’Afghanistan raccontato, nella sua bellezza e nella sua crudezza, da chi lo ha vissuto. Amato. Subìto.

Tornano di prepotente attualità i romanzi, bestseller con milioni di copie vendute nel mondo, di Khaled Hosseini, 56 anni, scrittore e medico afgano (di etnia pashtun) naturalizzato americano, che ha pubblicato una trilogia sul suo paese: “Il cacciatore di aquiloni” (2003), “Mille splendidi soli” (2007) e “E l’eco rispose” (2013).

Nei suoi romanzi Hosseini raccontato i mille volti di un Afghanistan ricco di tradizioni e dilaniato dalla guerra. “Sono disperato per quello che vedo succedere nel mio Afghanistan – ha detto due giorni fa in un’intervista -. Speravo che le storie dei miei libri raccontassero un Afghanistan del passato, invece temo che tornino storie di attualità. Erano storie degli anni novanta. Spero che i talebani capiscano che proprio le donne possano aiutare il Paese”.

Ne “Il cacciatore di aquiloni”, successo planetario, Hosseini, attraverso il racconto della storia di due bambini, due amici, Amir e Hassan, rievoca la storia dell’Afghanistan, tra guerre fratricide e tradizioni antichissime. Un viaggio che costringerà Amir, il protagonista, a un percorso doloroso a ritroso verso un passato fatto di silenzi colpevoli e segreti terribili. Un viaggio che lo riporterà di nuovo a Kabul dopo tanti anni e che rappresenterà anche la resa dei conti finale con se stesso e con la propria coscienza. Ne “Il cacciatore di aquiloni” scorre la storia di tutto il popolo afghano: tradizioni, usanze, regimi e religioni dell’Afghanistan emergono da queste pagine dipingendo le contraddizioni di un paese devastato dalle divisioni e oggi ripiombato nel terrore dopo il ritorno al potere dei talebani.

In “Mille splendidi soli”, Hosseini racconta, con crudezza e senza sconti, la condizione femminile in Afghanistan: è la storia di due donne, Haris e Farah, della loro vita durante i vari conflitti che negli anni hanno falcidiato l’Afghanistan, dei soprusi, delle imposizioni assurde, della totale privazione della libertà imposta dalla sharia oggi tornata in vigore con il nuovo avvento dei talebani. “Questi talebani – afferma l’autore – trovano oggi un Paese completamente cambiato rispetto a quello che c’era quando c’erano loro al potere. Ho il cuore in frantumi: ho tanti amici, spero che si aprano le frontiere e che la comunità internazionale non lasci sole soprattutto le donne e le ragazze, come capitò negli anni 90 dopo la fuga dei sovietici. Da gennaio sono centinaia di migliaia le vittime della violenza dell’avanzata dei talebani: dico ora non voltate le spalle a chi lascia il paese e a chi resta”.

“E l’eco rispose”, l’ultimo della trilogia afgana, è una raccolta di racconti che ripercorrono il viaggio di Abdullah e Pari, due fratelli uniti da un legame familiare profondo ma separati da un destino crudele e cinico. Sullo sfondo anche qui c’è sempre la guerra, una delle tante che ha portato distruzione e dolore in un paese bellissimo e senza pace, che oggi si trova a vivere un altro passaggio delicato della sua storia.

Tre libri che, soprattutto oggi, vale la pena leggere, per comprendere meglio cosa davvero è accaduto e cosa sta accadendo in Afghanistan.

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